Vai al contenuto
dicembre 2, 2013 / marco

Ramolaccio, questo sconosciuto

Questa settimana abbiamo deciso di mettere in tutte le cassette il ramolaccio, un ravanello che veniva coltivato da egizi e cinesi fin dalla remota antichità. Bisogna ammettere che abbia un sapore particolare e piccantino, ma è un ottimo rimedio contro la tosse, artriti, calcoli, per stimolare l’appetito (qualora ce ne sia bisogno..) e facilitare la digestione. Per stemperare la caratteristica nota pungente si consiglia di abbinarlo con le carote, in insalata o cotto sotto forma di zuppa. Si può preparare come il cren, lo si trita per bene e poi lasciato sotto aceto con un pò di sale e zucchero, oppure, dopo averlo lessato in 
abbondante acqua, si può consumare affettato e condito oppure ripassato in padella, fritto in poco olio. In zuppa a cubetti o grattuggiato come contorno. Si conserva a lungo quindi potete tenerlo in frigo e ogni tanto darci giusto una grattuggiatina.

Il produttore, il nostro caro amico Zeno Griggio che potete andare a trovare in via Scarante a Zelarino, ci informa che è ottimo anche contro il raffreddore, quindi utilissimo in questi primi freddi pungenti. Si tagliano le foglie all’altezza del colletto, sopra si scava un buco di 3 -5 centrimetri di diamentro e si riempie con 1 cucchiaio di zucchero, si attendono 40 minuti e si formerà uno sciroppo che potete bere e vi passerà subito il raffreddore. Se non funzionerà prendetevela pure con Zeno! 

novembre 26, 2013 / marco

la prima gelata dell’anno

Eccola arrivata! in una mattina splendida, con un’aria che ti arriva fredda come una palla di neve sul collo, constato l’arrivo della prima gelata notturna della stagione.

Ieri si sprofondava ancora nel fango… oggi si cammina sulla nuda terra come se ci si muovesse sul cemento armato. Tutto è duro e freddo. Impensabile raccogliere alcunchè. Bisogna aspettare che il sole faccia il suo lavoro e riscaldi quel minimo sufficiente a far sì che il coltello tagli radicchi e gambi di cavoli e fiocchi e che la terra rilasci le radici dei porri.

e le mani tornano ad essere ghiacciate come un anno fa….

novembre 25, 2013 / marco

verso la fine

Penso che sia come andare in pensione. Guardi l’orto e i tuoi sentimenti vagano tra il fastidio e la nostalgia. Fastidio perchè sembra che tutto stia andando verso un degrado inarrestabile: fango, zone di ristagno d’acqua dove il baulamento del terreno raggiunge le quote più basse, alberi ormai completamente spogli, parti incolte lasciate a se stesse, qualche pila di cassette lasciate qua e là…Nostalgia perchè il pensiero va a quelle  poche soddisfazioni che ti sei guadagnato durante il periodi di massima produzione: le ore passate a raccogliere pomodori da sugo sotto il solleone, la bellezza assoluta di sentire il risveglio dell’alba primaverile di maggio con il coro degli uccelli che stazionano nell’oasi,  la speranza della semina e perfino  il ritmo ossessivo della zappa che zap zap zap rompe la terra attorno alle verdure.

In campo ci stai poco, giusto il tempo di raccogliere cavoli vari e radicchi, porri e gli ultimi finocchi prima che le gelate (che prima o poi arriveranno) decretino la fine della produzione.

E poi fai sempre delle considerazioni che sanno un po’ di sconfitta. Ecco, avremmo dovuto piantare questo un mese prima e siamo stati scemo a non piantare di più di quest’altro. Se poi piantavamo anche a inizio novembre, con il caldo che c’è stato, avremmo potuto…. considerazioni che hanno sempre un senso di sconfitta come se ogni anno non facesse storia a sè.

In questo periodo si sente proprio l’incedere dell’inverno, stai andando verso il periodo morto e non sei ancora entrato in quella logica che già pregusta l’arrivo della primavera che al contrario ti sembra un tempo tanto remoto che forse quest’anno non verrà nemmeno…

Ma se ci guardiamo attorno sappiamo che ci sta tanto lavoro da fare: soprattutto pulire, sistemare, pulire, ordinare, aggiustare, pulire..

Ah, che bello! ci sta anche da potare le piante, tagliare alberi e fare legna, preparare i manici per rastrelli vanghe e zappe… lavori da pensionato!

 

 

novembre 18, 2013 / marco

Castradina: ricetta tradizionale della Madonna della salute

Verze in cassetta

Alla vigilia della Madonna della Salute è d’obbligo mangiare la castradina. Poche storie ragazze e ragazzi non ci sono scuse, gente che accampa pretesti del tipo “non mi piacciono le verze”,  “ma io non seguo le tradizioni”, “ma io sono vegetariano”, “ma io non sono veneziano”, ma io … ma io … ma io…ecchè, vogliamo scherzare?

La Madonna della Salute venerata a Venezia ricorda la fine della pestilenza del 1630 finita per intercessione, appunto, della Madonna rappresentata come Madonna nera. Ora, non so se ci si rende conto… ma noi siamo Donna Gnora!!!!  Nome preso da un antico toponimo della campagna attorno ad Ostuni. Secondo una versione Donna Gnora significa appunto “Madonna nera”, secondo un altra, molto meno nobile, si riferisce a “donna nera” rimandando ad un idea di luogo piuttosto di dubbia fama. Comunque sia, in entrambe le versioni, il nostro spirito ecumenico porta questo nome con orgoglio.

Riporta il sito della Regione “Tradizione vuole che gli antichi veneziani raggiungessero la chiesa in barca aspettando la celebrazione della prima messa del mattino. Dopo il sacro, il profano e nel nostro caso si tratta di una zuppa calda di castrà con verze, per ricordare, così si racconta, che durante quella pestilenza, la città fu messa in quarantena e l’ultima nave che arrivò in porto trasportava cosciotti di castrato proveniente dall’Istria” (per la storia della Castradina cliccate qui ).

ricetta tratta da http://digilander.libero.it/venexian/ita/castradi.htm

Ingredienti per 4 persone

Castrato salmistrato 1000 g.
Verze 1000 g.
Burro 50 g.
Cipolla 100 g.
Sale e pepe q.b.
Timo q.b.

Procurarsi della carne di montone castrato salmistrato (disponibile a Venezia nel periodo tardo autunnale), bollire la carne per tre volte cambiando l’acqua ogni volta; conservare l’acqua dell’ultima bollitura.  Soffriggere la cipolla nel burro ed aggiungere la verza tagliata a julienne, farla cucinare fino a 3/4 di cottura, unirla poi alla carne insieme al suo brodo e completare la cottura.  Si può aggiungere a piacere un pizzico di timo.  Il piatto andrebbe servito in ciotole di coccio con crostini di pane saltati al burro.  Un Cabernet sauvignon asolano darebbe il tocco finale.”

Posso metterci di mio alcune precisazioni. La carne di montone è salata ed essicata. Non è male lasciarla a bagno un giorno prima. Le prime due bolliture devono durare almeno 20 minuti cadauna. Sgrassare il brodo. La terza bollitura si deve protrarre a lungo. circa quattro ore. La castradina è uno stracotto…. Nell’ultima bollitura aggiungere anche altri odori tipo chiodi di garofano e rosmarino.

buona Salute!

 

ricetta tratta dal sito

novembre 16, 2013 / marco

Video: cavoli!

13/11/2013
Stiamo raccogliendo i cavolfiori per le cassette che saranno distribuite questa sera!

novembre 4, 2013 / marco

fagioli che germogliano

Qualcuno ci ha segnalato che i fagioli che abbiamo messo la scorsa settimana in cassetta avevano cominciato a germogliare. Beh, nulla di male. Anzi.  Potete tranquillamente mangiare i germogli dei fagioli, assieme ai fagioli, e avere il beneficio nutrizionale della germinazione. (si veda questo articolo)

Alcuni germogli non fanno bene come, per esempio quelli delle patate. Avrete  notato come anche le patate dell’ultima cassetta tendano a germogliare… hanno pochissimi giorni di vita… in condizioni stagionali normali non avremmo alcun germoglio, ma qua il tempo la fa da padrone e in questo periodo abbiamo un autunno particolarmente caldo e tutto germoglia. Abbiamo quantità enormi di cavolfiori tutti pronti allo stesso tempo… anche se sono stati trapiantati in modo scalare per avere una maturazione differenziata.. Non c’è verso. E’ umido e caldo e le piante germogliano…. guardavo poco fa un fico… ha appena perso le foglie da pochi giorni  ed ha delle gemme apicali che sembrano pronte a buttare…

Ma torniamo ai fagioli. E’ bene che i fagioli non siano tenuti dentro al sacchetto perchè nel giro di uno o due giorni il baccello comincia a marcire e i fagioli a germinare… curateli il prima possibile.

I germogli delle patate, invece, toglieteli prima della cottura.

 

ottobre 28, 2013 / marco

fagioli a colazione

So che una vasta parte del pubblico è interessata alle mie vicende strettamente personali. Ne parlavo giusto ieri con il mio personal trainer  durante una seduta di allenamento.  Mi lamentavo perchè a volte la curiosità del pubblico  invade anche la sfera della privacy, incurante di un che minimo rispetto.

Ma poi uno perdona perchè ama il suo pubblico! E allora si lascia andare alle confidenze gettando in pasto alcune piccanti notizie. Così faccio io ora, raccontando quanto furtivamente ho fatto oggi a colazione….

Mentre tutta la casa era ancora avvolta dalle calde coltri di Morfeo, sono sceso nelle cucine a fare colazione.

Ho smesso di bere caffè. Solo una spremuta di limoni buttata giù con un brivido! è una cosa da uomini duri che faccio con sprezzo del pericolo. Poi armeggio nervosamente tra contenitori di biscotti, barattoli di marmellate, pentole di verdure avanzate… ed ecco tra scovo un pentolone di fagioli lasciati ieri sera sulla cucina economica a cucinare…. sono cotti al punto giusto…. prendo una tazza (il contenitore è essenziale per una buona colazione!)  e la riempio di fagioli fino all’orlo. Sale olio aceto….. assaggio: ottimi. Però ci vorrebbe qualcosa ancora. Ecco che scovo del sedano, e della cipolla…questo fagioli sono un capolavoro!

sono veramente buoni: Saranno anche gli ultimi, ma sono una delizia…. alla faccia del mulino bianco!!!!!!

 

ottobre 14, 2013 / marco

ancora sul cavolo

cavolosul cavolo mi cito e suggerisco di leggere o rileggere questo post https://notiziedallorto.wordpress.com/2011/06/06/cavolo-cappuccio/

che a sua volta richiama un altro post sempre diretto e prodotto dal nostro ufficio “comunicazioni esterne” che parla, tanto per intenderci, di cavoli.

Sul cavolo ne sento dire di tutti i colori.  Mi sono fatto la convinzione che oramai  tutto e il contrario di tutto serve a giustificare i nostri gusti anche a costo di smentire clamorosamente la storia.

Siamo tutti un po’ bambini viziati. Se una cosa non ci piace, troviamo la scusa migliore per evitare un piccolo sforzo. Così ieri ho scoperto che una mia figlia, l’unica che non ha mai apprezzato la zucca, ha trovato la scusa giusta proveniente da una attenta anamnesi medica: lei è intollerante alla zucca!  Come un miracolo la parola “intollerante” usata in modo del tutto inadeguato si presta ad assecondare le peggiori inclinazioni umane. Un mio caro amico, ad esempio, ha scoperto di essere intollerante all’acqua…. lo ha scoperto da solo, ovviamente, senza l’aiuto di alcun medico… però si è opportunamente avvalso dell’esperienza sul campo di alcuni osti.

Certo, le intolleranze esistono, sono in grande crescita, ma attenzione a scambiare un semplice capriccio per una intolleranza!

ottobre 7, 2013 / marco

stagionalità

Un cambio repentino di stagione, quasi una capriola. Siamo passati dal pomodoro alla verza in un batter d’occhio.

I tubi e le lance di irrigazione sono ancora tutti in campo, ma ormai non ci resta che mettere via tutto…. Fare su centinaia e centinaia di metri di tubazioni a goccia, portare in magazzino i tubi rigidi… e passare tra i filari di cavoli per vedere a che punto stanno… è incredibile. a distanza di pochi giorni vedi spuntare l’infiorescenza di un broccolo che nel giro di un attimo è pronto per essere raccolto e se solo ti dici… -mah, lo raccolgo domani… – rischi di trovarlo già troppo grande.  Porri e radicchi e insalate e biete crescono sotto il benefico influsso di una pioggia che per fortuna ha una dimensione “potabile”… abbiamo scansato le piogge torrenziali, battenti, che spesso di trasformano di vere bombe d’acqua.

Mentre le foglie degli alberi cominciano a segnarsi di giallo, in orto è tutto un rigoglio di verdi particolari… il verde tinto di riflessi violacei delle verze, il verde argentato dei cavolfiori, il verde scuro del cavolo nero e quello grigio dei broccoli si fonde con la gamma delle porpore e dei radicchi.

In mezzo un tenero verde di insalatine.

Ebbene sì, piove, ma l’orto d’ inverno ha i suoi lati positivi.

L’unica preoccupazione è che spero che il tempo si sistemi un poco per consentire, quest’anno, un buon periodo di semina del grano…. e vediamo se quest’anno riusciamo a piantare la saragolla e il senatore cappelli..

 

settembre 16, 2013 / marco

le grandi novità editoriali di “notizie dall’orto”

In questi giorni si è riunito il comitato editoriale di “notizie dall’ orto” . All’ ordine del giorno la modifica del formato del nostro aperiodico.

Oltre alla solita cronaca di quanto accade in orto (cosa che ultimamente appariva piuttosto opaca) si è deciso di introdurre una parte video che faccia vedere, e non solo immaginare, ciò che accade veramente.

per esempio volete partecipare alla meditazione dello zappatore solitario? lo potrete fare. Oppure vorrete prendere atto di cosa sia la lotta quotidiana per salvare il cavolo dalle aggressioni della cavolaia? potrete averne un ottimo reportage…

Il Comitato di Redazione, inoltre, ha deciso di raccontare meglio quello che mettiamo in cassetta di volta in volta…. per esempio potrebbe raccomandarvi di non conservare in frigo i pomodori oppure di togliere subito i fagiolini dal sacchetto per evitare la formazione di muffe…. vi potrebbe anche raccomandare di cucinare al più presto i fagiolini perchè questi, raccolti poche ore prima che vi arrivino a casa, tendono a deperire molto velocemente. Non così per melanzane e zucchine… altro discorso per i peperoni, che durano poco.

insomma: più notizie, più foto, più racconti sui prodotti, più video…. poi il comitato di redazione si è guardato allo specchio e si è chiesto: e chi dovrebbe fare tutto questo? ecco che si è palesata in tutta la sua drammaticità la carenza del sottoscritto….

settembre 9, 2013 / marco

beh, l’avete presa bene!

Torno sul problema prezzo perchè qualcosa mi è rimasto di traverso.

Non è tanto una questione di vile denaro, ma un qualcosa di più indefinito e di più inquietante che pongo alla vostra attenzione.

Tre anni fa ci si poteva rifornire di alcuni prodotti biologici, per esempio le mele o le patate,  andando da qualche azienda biologica, magari anche a 50 o 100  km di distanza e portare a casa qualche quintale di prodotto ad un prezzo all’ingrosso attorno all’ euro per chilo…

Oggi tutto questo non vale più. Andando un o’ in giro per aziende ho visto fagiolini venduti a 5 euro al chilo, peperoni a 3 euro e 50, fagioli a 4 euro…. e via dicendo… e parlo di prezzi praticati in azienda… poi vado al supermercato e trovo dei fagiolini, anche belli, a due euro….  Certo, sono prodotti con chimica, ma, a parte questo, come riescono solo a raccoglierli per questo prezzo?

Ieri ero al mercatino di Tera Tera ad Oriago. Verso le due, quando me ne stavo pacifico seduto all’ ombra del mio gazebo leggendomi l’ultimo numero di Terra Nuova, mi si avvicina un uomo magro, sorridente, arso dal sole, vestito in modo umile…Guarda la verdura che espongo e mi dice in  dialetto  che riesco a decifrare a stento… “anche tu hai fatto queste melanzane?” indicandomi delle melanzane candide candide che sembrano state dipinte di bianco…. e senza aspettare risposta mi dice che lui ne ha piantato mezzo campo..  Mezzo campo?! faccio io pensando che l’uomo dica misure a caso e così scopro di essere davanti ad un produttore per la grande distributore.

Lui di ettari ad orto ne ha circa una ventina e non so se questa misura vi dica qualcosa, ma per me un orto di venti ettari è grande come l’oceano pacifico. Mi dice che suo cugino di ettari ne ha 40, sempre ad ortaggi…. Lui ha 35 trattori, suo cugino otre 70.

Alla domanda di quanta gente lavora presso di lui, diventa evasivo. Gli chiedo per chi lavora e come viene fatta la programmazione…. beh, quella non la faccio io…mi risponde.. poi mi parla di serre… Con tutto quello che produci, sarai ricco… gli dico, ma so già la risposta… il discorso si sposta sui concimi….e sulla terra… lui che è contadino ha il cervello fino e capisce subito dove sto andando… mi fa un bel sorriso scoprendo una dentatura impressionante per malformazione, carie e quant’altro e mi augura una buona domenica… buona domenica anche a te…

Lui i fagiolini li venderà di certo  a meno di un euro, ne venderà quantità impressionanti, ma ne avrà al massimo un ricavo netto, tolte le spese di produzione, di circa 5 o 6 centesimi per chilo.

Poi tutto mi si confonde ancora di più… l’articolo di Terra nuova che stavo leggendo parlava della sperimentazione fatta sugli ortaggi biodinamici… la loro maggiore produttività anche se a fronte di costi leggermente più alti… circa un 20% in più… ma capisco che chi scrive l’articolo non ha molta dimestichezza con il tema dei costi d’ azienda.

ho bisogno di approfondire il tema dei costi e di capire dove stiamo andando perchè qui non riesco più a raccapezzarmi.

 

 

 

 

agosto 26, 2013 / marco

AUMENTA IL PREZZO DELL’ORTO IN CASSETTA

Come al solito il lavoro sporco lo devo fare io.

Scrivi tu – mi dice il perfido Federico – che sai essere commovente e lacrimoso….  Ecco, appunto. Se c’è una cosa che odio è proprio lamentarmi e dover giustificare l’aumento dei prezzi della cassetta può essere giustificato solo attraverso questo meccanismo pseudo caritatevole… poveri noi, costretti ad aumentare i prezzi, con l’occhio furbo di chi sa imbonire il pubblico, che chiaramente non ci crede, ma che apprezza l’imbonitore proprio perchè questo sta facendo il suo lavoro e lo fa bene, toccando le corde giuste, usando i toni delle tinte a fosche, ponendovi moralmente di fronte ad un aut aut…o con me o contro di me…. se comperi il mio pela patate sei dalla parte giusta, altrimenti sei uno sprovveduto, uno che nella vita non concluderà mai niente di buono…

Io queste corde non le so toccare.

Pongo all’attenzione di chi legge alcune considerazioni “a prescindere” ( ecchè… siamo uomini o caporali?………)

In primo luogo il nostro prezzo è fermo da oltre due anni. Nel frattempo è aumentato tutto: dall’ assicurazione al meccanico che tiene in vita il nostro furgone, dalle tariffe di Veritas al costo del metano, dall’energia elettrica al costo dei manici delle vanghe. Ma soprattutto è aumentato il costo delle materie prime. Quando dobbiamo ricorrere ad altri produttori o dobbiamo servirci al Tamiso (mercato ingrosso del biologico) questo incide pesantemente su tutti i nostri scarsi ricavi.

In secondo luogo siamo reduci da un tempo assolutamente incredibile.  Abbiamo letteralmente saltato una intera stagione di produzione: tra marzo e giugno non è nato nulla, niente frutta e niente verdura se no per un po’ di insalata e di zucchine…. poi tutto è arrivato in ritardo, ma non la frutta. Penuria di pesche, assoluta assenza di albicocche, niente susine. Abbiamo dovuto ricorrere al mercato all’ingrosso, ma il costo della frutta biologica è proibitivo.

Insomma, un mare di lacrime. 

Questo ovviamente non ci ha fatto perdere il buonumore, ma ci ha reso consapevoli che non è possibile continuare a lavorare sotto costo. Speriamo di riuscire a produrre abbondantemente per questo autunno e uscire dal tunnel della recessione, ma intanto un qualche provvedimento lo dobbiamo pur prendere…

C’è poi da dire che la nostra cassetta è decisamente concorrenziale, anche dopo l’aumento che la Banca Centrale decreterà a partire dal prossimo settembre, rispetto alla perfida concorrenza. La perfida concorrenza pratica prezzi di gran lunga superiori ai nostri. Poi loro sono anche scortesi, antipatici e poco seri. Ovviamente questo non è vero, ma risponde ad un nostro inconscio desiderio di risultare comunque i migliori fornitori della vostra Real Casa.

A parte tutto, io sono molto preoccupato per come si sta mettendo il tempo… sì, ormai che il tempo sia piuttosto impazzito lo hanno capito tutti…. e che questo impazzamento non sia dovuto al caso lo percepiscono in molti… ma all’orizzonte non si scorge ancora la consapevolezza generale che dobbiamo cambiare stile di vita…e qua dovremmo veramente farci sopra un pensierino.

giugno 17, 2013 / marco

poco alla volta

Mi sorprende la costanza.

Di solito mi stufo prima, ma invece, questa volta, devo proprio prendere atto della mio ostinazione.

E’ l’ostinazione che contraddistingue la sorda e caparbia volontà del contadino che credevo non mi appartenesse e che, invece, chissà dove stava nascosta dentro di me; eppure esiste.

Siamo in ritardo di tre mesi. E’ come se all’improvviso fosse saltata una intera stagione.  Ci eravamo perfino abituati alla frase “non esistono più le mezze stagioni” assunta a stereotipo di  ovvietà e di frase fatta…. ma mai avevamo visto, effettivamente, che saltasse in modo così evidente una intera stagione.

Le conseguenze sono ben visibili in quello che possiamo chiamare l’ “orto estivo”  che ovviamente nasce in primavera. Non abbiamo avuto i piselli soffocati dalla troppa acqua. LE zucchine, che alla fine sono “entrate in produzione” le abbiamo dovuto seminare ben tre volte. I fagiolini e i fagioli li stiamo seminando solo ora.  Pomodori, melanzane, peperoni stanno in grande ritardo…. Certo, nell’orto di mio suocero, piccolo e ben riparato agli eventi atmosferici, le poche piante sono belle grandi da fare invidia… mentre in pieno campo sono ancora piccole…

ma intanto sta prendendo forma … è un orto in ritardo di almeno due mesi ed è già tempo di semina delle piante invernali…entro metà agosto dovranno essere trapiantate in orto: porri, cavolfiori, broccoli, finocchi, radicchi…. e mentre scoppia il primo caldo non i può che prendere atto di questo strano clima..

Maggio 27, 2013 / marco

lo “spirito” del nostro lavoro

All’inizio della nostra attività ribadivamo spesso quale fosse lo “spirito” del nostro servizio: era quello di portare direttamente a casa dei clienti i prodotti dell’orto. Con tutte le problematiche che questo comporta.

Per esempio: abbiamo pronte e belle 100 teste di insalata. Ma le richieste di cassette sono 110. Che fare? o abbiamo prodotti alternativi oppure ci dobbiamo arrangiare in qualche altro modo… per esempio tra noi funziona molto lo scambio di prodotti. Si telefona a Matteo, o a Piero o a Tizio o a Caio per trovare quello che manca. Verdura comunque appena raccolta dal campo, esente da prodotti chimici di sintesi e dignitosa nella forma…

“Dignitosa nella forma”? Cioè molte volte l’aspetto della nostra verdura è bello, ma non sempre può essere così. Nella coltivazione con prodotti solo naturali, come quella che pratichiamo noi, può succedere che la lotta contro funghi e insetti lasci qualche strascico. Mi spiego. La gamma delle muffe e degli insetti che aggrediscono la verdura è enorme: peronospora,  oidio, muffe di tutti i colori, mosche, ragni, lumache, pidocchi ecc.. (a dirla cosi sembra una cosa orribile!). E tutto questo si combatte con prodotti naturali, come olio di neem, latte, microorganismi vari, macerati di ortica, di cipolle, di peperoncino eccetera eccetera. Tutte cose, però, che non danno subito l’effetto immediato… In quella che viene chiamata agricoltura convenzionale si fa presto: una spruzzata di chimica pura e via, il problema è risolto. Così succede spesso che un cavolfiore da agricoltura convenzionale lo si trovi al mercato perfettamente bianco, senza alcun segno che lo deturpi nella sua perfezione, mentre un cavolfiore prodotto naturalmente, può portare qualche piccolo segno, qualche macchia rimasta come una medaglia a riscontro di una lotta vinta.

In condizioni “normali” noi garantiamo la qualità dei nostri prodotti e la loro provenienza.

Se questa fosse una situazione climatica normale in questa stagione staremo distribuendo le cose nostre: insalate, cipolle, piselli, zucchine, fagiolini ecc.  Resterebbero sempre problemi nel fare le cassette, qualche prodotto che manca, qualche altro in eccesso. Potrebbe succedere, appunto, di avere tante zucchine e pochi fagiolini.. così si avrebbe una cassetta forse squilibrata, ma noi partiamo dall’ orto e dai nostri eventuali errori di programmazione (ma programmare un orto non è decisamente una scienza esatta, almeno nel nostro modo di produzione!).

Affrontata in questo modo,è evidente che non riusciamo a soddisfare le esigenze di tutti i clienti. Chi chiede modifiche alla cassetta deve essere consapevole che dietro le sue richieste esiste un’ organizzazione che a volte non è assolutamente in grado di rispondere correttamente. Poniamo, per esempio che una settimana abbiamo messo in distribuzione dei finocchi… la volta segunete nno ci sono finocchi…Ma qualcuno ce li chiede ugualmente. Nei fatti, però, succede che non abbiamo finocchi pronti… magari tra quindici giorni… oppure tra 3 settimane, ma ora niente! Certo se ne abbiamo possiamo soddisfare la richiesta, ma in caso contrario nulla da fare. Questo per dire che alle nostre spalle non c’è l’organizzazione di un commercio di frutta e verdura,ma quello di una piccola azienda che produce e commercializza i propri prodotti. Se fossimo una azienda che commercia soltanto la verdura di altri, avremmo alle spalle un’altra organizzazione: avremmo, quantomeno delle celle frigorifere e molta più varietà di prodotti.

Invece adesso, a causa delle pessime condizioni climatiche, che dobbiamo per necessità ricorrere al mercato del biologico, siamo in forte crisi. E’ una crisi economica (i prodotti bio spesso costano molto all’origine  e noi non ci stiamo con il costo della cassetta a coprire le spese) , ma anche qualitativa.

Mi spiego: ogni settimana o anche due volte a settimana, El Tamiso, che è la cooperativa agricola che commercializza il biologico al mercato all’ingrosso di Padova, manda i suoi listini dei prodotti. Guardi i prezzi e guardi cosa c’è disponibile e lo metti nella mail per i nostri clienti….ma poi vai al mercato a fare gli acquisti e scopri, magari, che le carote sono nel frattempo finite, che le mele che ci sono stanno un po’ sul depresso e che i finocchi hanno l’aspetto di verdure che hanno visto tempi migliori… Succede perchè il mercato del biologico non ha le “certezze” e l’organizzazione del mercato convenzionale…

Pensateci: oggi il mondo agricolo si regge su serre riscaldate, sistemi di concimazione, diserbo e lotta ai parassiti fatti con metodi preventivi chimici talmente raffinati che sono in grado di ridurre il ciclo naturale di tre volte e più… se noi per avere una insalata decente ci stiamo almeno 70 giorni loro arrivano in meno di trenta a dare insalate perfette… se il ciclo naturale dei pomodori inizia a marzo per maturare a luglio, l’industria agricola riduce il ciclo al punto che pomodori, peperoni melanzane vengono prodotti a ciclo continuo e si sviluppano in meno di due mesi. Noi ci stiamo 5, 6 mesi, loro solo 2. Questo si chiama progresso, e il bello che la verdura così prodotta è assolutamente perfetta…. tutta uguale, senza macchie, senza imperfezioni.  Questa perfezione condiziona anche noi quando diventiamo compratori: l’immagine della verdura è quella proposta dai supermercati, dalla pubblicità, dalle parole evocative che stanno dietro alla mitologia della natura… olii raffinati e rettificati che sono abbianti a parole come natura, salute, bontà, tradizione e compagnia cantante…. E loro hanno la voce grossa nel condizionare gli acquirenti….

Noi invece non abbiamo voce. Vediamo delle aberrazioni pazzesche che poco alla volta, a suon di pubblicità, conferenze e splendidi risultati scientifici, diventano luogo comune e assodato… così il mercato chiede determinati prodotti frutto di ibridazioni, di manipolazioni dei semi e di pubblicità.

Succede, dunque, che noi mettiamo in lista una serie di prodotti… poi qualcuno (pochi in verità) reclama perchè nella cassetta non c’era il sedano, oppure le zucchine erano poche, oppure troppe ecc.. A volte alcuni prodotti non si mettono o per motivi di peso o per motivi di scarsità del prodotto…. e non è possibile, poi, indovinare i desideri dell’acquirente… Noi, francamente, cerchiamo di mettercela tutta anche se in questo periodo lavoriamo decisamente in perdita…sia da un punto di vista economico sia da un punto di vista della soddisfazione perchè quando l’orto è sempre invasa da acquazzoni e devi riseminare prodotti per la terza o quarta volta di seguito perchè il ristagno idrico mette in dura sofferenza le piante, senti crescere lo sconforto e la pazienza cala pericolosamente sotto il livello di guardia…

 

 

 

Maggio 23, 2013 / marco

perdere colpi…..

sarà che il tempo ci ha intorpidito… sarà che la pioggia chi ha inumidito i contatti delle sinapsi celebrali…. sarà che abbiamo una predisposizione congenita alla distrazione… sarà quello che sarà, ma resta il fatto che le ultime due cassette hanno avuto alcune sviste evidenti..

Dunque, i fatti. Quindici giorni fa molti clienti si sono visti recapitare nella cassetta alcune cipolle che altro non erano che un bastone duro e ingestibile. No cipolle,  ma pezzi di albero tagliati a cipolla che stavano andando in semenza e che erano state astutamente tagliate. Io non me ne sono accorto, ma appena arrivato a casa mi sono trovato Paola in versione “cuoca” che mi ha pesantemente redarguito… Errore mio e mi scuso con chi si è imbattuto in queste cipolle di legno.

Poi nei giorni scorsi abbiamo distribuito, su richiesta, le fragole. Pochi fortunati hanno avuto le fragole prodotte da noi… abbastanza buone e consegnate nel nostro tradizionale sacchetto di carta: Altri hanno ricevuto una bellissima confezione-regalo in pura plastica e contenente circa 250 grammi di fragole… il fatto è che il nostro addetto alle consegne (si tratta niente addirittura dell’Amministratore unico di Donna Gnora, dott. Federico ) riteneva che le confezioni fossero da 500 grammi….dunque abbiamo lucrato notevolmente (mi dicono che questo sia un buon metodo per ridurre le spese….).

Cercheremo di rimediare o consegnando la parte oppure restituendo 1,25 per ogni errore commesso… i nostri uffici stanno operando per sistemare la partita per la prossima settimana….

Altra perdita di colpo…. alcuni hanno lamentato la cattiva qualità della frutta. Succede che sfugga all’occhio esperto dei nostri operatori (siamo sempre noi) qualche mela bacata o qualche arancia passata di moda… Succede anche perchè la qualità media della frutta è pesantemente calata (ma non il prezzo) per via della stagione. Sarebbe tempo di ben altro… ma la stagione sta proprio andando male.

Infine la varietà dei prodotti…. Quest’anno dovrete pazientare, ma è un vero disastro. Piselli non se ne vedono proprio nemmeno al mercato… alcuni giorni fa all’ingrosso del biologico ci stavano dei piselli che costavano una fortuna… venivano dalla Sicilia… erano duri come pallettoni da caccia al cinghiale.. ecco perchè costano tanto! non si vedono nemmeno fagiolini locali… tutta la merce arriva dal sud. A km zero!!!!!!!!!!

 

 

Maggio 13, 2013 / marco

ancora loro!

Lo scorso anno, era di settembre, ed avevo dato lo sfratto alle lumache. Via dal campo! urlai e come per incanto lunghe fila di lumache viscide e senza guscio andarono a trasferirsi in un campo incolto. (questa è la versione propagandistica messa in giro dal nostro ufficio stampa…)

Era settembre, appunto. E nella realtà iniziò una guerra fatta di incursioni serali o mattutine,  di astute trappole con birra a gogò, di assalti alla cenere bianca, di astute irrorazioni di microrganismi e peperoncino e alcool. Guerra chimica e guerra guerreggiata.

C’è stata la pausa invernale,ma ora la cosa è perfino peggiorata. Intere fine di zucchine appena nate sono cadute vittime dell’ingordigia e della strafottenza delle lumache che incuranti di ogni pietà hanno raso al suolo il futuro della specie.

Quando ti trovi davanti ad uno squilibrio così evidente dove una specie riesce a fare terra bruciata , ti domandi come riuscire a contrastarla naturalmente…Non è facile. E poi i rimedi non sono così insignificanti i per l’orto perchè i nemici naturali delle limacce sono le talpe, gli orbettini, i topi ragno … tutta gente che a suo modo non è poi così raccomandabile…

E quindi? oggi proverò ad usare l’olio di neem spargendolo come repellente a terra…. ho letto che è efficace ed io con l’olio di neem ho una sincera amicizia.

Maggio 6, 2013 / marco

i nemici dell’orto

Sarà la crisi, sarà la moda, sarà  il richiamo alle cose semplici, sarà quello che volete…. ma è un fatto che oggi cresce l’attenzione di molti per la possibilità di coltivarsi un po’ di verdure sul balcone di casa, o nel derelitto pezzetto di terra che prima era lasciato a se stesso oppure era luogo di amorosa coltivazione di fiori  ed arbusti.

Tutto questo mi pare molto  bello perchè  educativo. Cioè questo serve ad “avvicinare” le persone alla coltivazione, a capire problemi e condividere la gioia di essere “produttore”. Potete essere certi che il pomodoro più buono del mondo sarà quello che mangerete dopo aver raccolto il vostro pomodoro, quello che avete amorevolmente visto crescere, lo avete nutrito, dissetato, lo avete protetto da possibili nemici, lo avete cullato con il vostro sguardo e le vostre parole. (secondo alcuni le piante “sentono”  e a tal proposito ricordo un libro assolutamente da non perdere ” La vita segreta delle piante” scritto da Tompkins molti anni fa, ma che porta con sè intuizioni e notizie assolutamente interessanti.

Alcuni neofiti della coltivazione si rivolgono a me per chiedere notizie su come affrontare le molte avversità che si presentano ala vita dell’ortolano. Muffe, animali, insetti, pesti e stragi… piante inermi aggredite da oscure presenze, diafane ostilità a volte anche invisibili.

E chiedono a me? a me che di lotta contro malattie e  e parassiti ho fatto una ragione di vita?

Una volta era a far visita ad un mio conoscente che mi mostrava la sua terra… Bella campagna!  poi ci imbatemmo in una lunga coltivazione di fagiolini in fiore… caspita – dissi – sono molto più avanti dei miei…. Sì – disse – ma devo toglierli tutti…. lo guardai interrogativo dal film “che cavolo stai dicendo?” e lui a me…. “eh, ci stanno i pidocchi…..” cercai inutilmente di spiegargli che non era un grosso problema debellarli….

Ma lui fu irremovibile…..Si comincia così. Un po’ di pidocchi e poi arrivi a dare insetticidi chimici: Credi a me, vuol dire che la terra è poco sana…. Il suo rimedio era radicale: girare tutti i fagiolini nella terra e cospargere cenere ritornato ad utilizzare quel pezzo di terreno solo dopo un anno….

Io non sono così radicale, ma ho capito che la prima cosa da guardare garantire anche per le piante non è tanto la “cura” quanto il garantire una buona salute della terra e delle piante.

Se si osserva con attenzione ci potremmo accorgere, per esempio, che le piante più colpite dalle malattie sono quelle dove si formano con la pioggia delle pozzanghere e dove l’acqua indugia più a lungo… oppure potremmo osservare che spesso le piante più colpite sono anche quelle più deboli, oppure potremmo osservare che alcune come la mancata rotazione delle colture le rende più soggette ad essere colpite dai nemici…

E poi potremmo anche scoprire come le consociazioni tra piante possono incidere nel bene e nel male.  Cioè alcune varietà di piante stanno bene tra loro e si proteggono a vicenda, altre invece, messe vicine tra loro sembrano chiamare disgrazie. (sulle consociazioni vi segnalo, per esempio, questa tabella tratta dal sito www.ilmioortonaturale.it)

PEr farla breve: il primo rimedio contro i nemici dell’orto si fa con la prevenzione mettendo in opera alcuni accorgimenti che stanno alla base della coltivazione….

poi viene una stagione come questa dove la pioggia la fa da padrona e dove prosperano lumache muffe ed insetti….e allora che fai? combatti corpo a corpo contro lumache, usi olio di neem, vai alla grande spruzzando macerato di ortica, preghi e bestemmi, e  ti inventi tutto quello che puoi per salvare un po’ di verdura… ma non cedi alle lusinghe della Monsanto e della Bayer… perchè i loro rimedi sono peggio del danno di qualche muffa o di qualche pidocchio….

 

 

aprile 22, 2013 / marco

rompiamo la stagionalità….

Avevamo fatto delle scelte abbastanza radicali: Rispettare la stagionalità!

Grosso modo le stagioni dell’ orto sono tre. C’è l’orto di primavera, quello d’estate e quello d’ inverno.

L’orto di primavera ci da piselli, cipolle, insalate, asparagi, biete,

Quello d’estate è ricco di ogni bene: zucchine, melanzane, pomodori, biete, peperoni, patate, cetrioli, fagioli, fagiolini

In inverno la famiglia dei cavoli impera incontrastata: verze, cappucci, cavolfiori, broccoli. Ma anche porri e finocchi (fino alle prime ghiacciate.) Poi tutto un po’ si mescola nel passaggio da una stagione all’altra…

Sicuramente l’orto primaverile è il meno ricco di prodotto anche se in questo periodo è tutto un seminare e piantare…..

La piovosità di quest’anno, però, ci sta  facendo perdere intere produzioni… vedi ad esempio i piselli.

E quindi, che fare per riempire la nostra cassetta di verdure?

bene… semplicemente deroghiamo alle nostre premesse. In cassetta questa settimana mettiamo zucchine… alla faccia della coerenza!

Ovviamente le prendiamo al Tamiso, mercato del biologico, che è sempre fornito di ogni bendidio!

aprile 22, 2013 / marco

lavori nei campi

Anche oggi piove, come ieri e come l’altro ieri. Ma per fortuna ci sono stati ben sette giorni di non pioggia tutti di fila… una rarità di questi tempi.

Appena è stato possibile, abbiamo cominciato finalmente a lavorare la terra. Prima di tutto abbiamo dovuto tagliare erba, tanta, alta, fitta. Ancora venerdì, dopo ben sette giorni senza pioggia e con il sole che a tratti faceva sentire tutto la sua forza, la terra era ancora bagnata e difficile da lavorare. E’ stato un anno senza ghiacciate ed in terreno è particolarmente compattato… non sarebbe stato nemmeno il caso di girare la terra..

Abbiamo piantato qualcosa nell’orto sinergico. Poi ci siamo spinti a fare il semenzaio all’aperto. Pomodori peperoni, bieta ca costa, bieta da taglio, sedano… abbiamo steso i teli per le zucchine… abbiamo smesso verso le 10 di sera con il buio e le prime gocce dal cielo ad annunciare un fine settimana di pioggia.. tanto per non perdere l’abitudine.

aprile 15, 2013 / marco

primavera

con uno scatto d’orgoglio la primavera ha deciso di uscire dal letto e buttarsi fuori.

E brava, era ora! ieri una giornata stupenda ed una sera che mi ricordava le primavere sul Bosforo con una falce di luna che solo in Turchia si vede… (ovviamente io e il Bosforo ci frequentiamo spesso… ognuno dalla proprio punto di vista).

Ieri abbiamo lavorato da romperci la schiena perchè la campagna è bella, ma a volte te la senti il giorno dopo con ossa e muscoli che scricchiolano come porte di film di paura.

Eppure è staot bellissimo provare anche solo a mettere un po’ di ordine nel caos che l’inverno ci ha lasciato e soprattutto nella foresta d’erba che una sessantina di giorni piovoso hanno fatto prosperare nel terreno ancora troppo zuppo per essere fresato, ma che già faceva ben sperare per i prossimi giorni… Giorni di semina con un ritardi di almeno u mese di tempo.

Basta lamentarsi e assaporiamo il profumo del primo caldo….

aprile 8, 2013 / marco

terra, bene rifugio…

Alcuni giorni fa, tanto per passare un po’ di tempo, ho messo il naso dentro un’agenzia immobiliare, attratto dagli annunci di vendita di terreni…  per farla breve: nessuna novità!

Dalle nostre parti la terra vale  ancora 10 euro al metro quadro che tradotto in ettari vuol dire 100.000 euro: noccioline! Se coltivata a mais o ad altra granaglia c’è il caso che questo capitale di denaro si trasformi in una rendita di ben 300 euro grazie esclusivamente ai contributi erogati dall’Europa tramite la Regione. Grasso che cola!

Si legge che il mercato immobiliare sia calato notevolmente rispetto al 2007, ossia a prima della  crisi. Invece il costo dei terreni rimane alto, non cala, non sente crisi. Con fare anche un po’ saputello l’ impiegato dell’agenzia, che non manca di sottolineare che lui è niente popòdimeno che il dottor tal dei tali, mi evidenzia che oggi la terra è un “bene rifugio”. Ossia? chiedo io, sprovveduto ed offeso.

C’è chi compra terra per mettere al sicuro i propri soldi. Ecco  se magari qualcuno che compra terra e non la coltiva la mettesse a disposizione di qualche giovane agricoltore e la affittasse, non sarebbe bene?

Molte volte i proprietari di terreni sono convinti che affittare la terra sia un disastro perchè poi non si torna più indietro in quanto l’affittuario può campare rinnovi contrattuali infiniti. Non è assolutamente così: chi oggi stipula un contratto agricolo può tranquillamente introdurre norme derogatorie alla decorrenza  e può fissare che dopo un tot di tempo (minimo un anno) il contratto si risolve senza alcun obbligo di rinnovo. E il bene rifugio è salvo.

(ma io penso che una società che paga la terra così cara e i prodotti agricoli a chi la coltiva così poco, debba avere un qualche problema…. o no?)

marzo 18, 2013 / marco

uffa!!!

Non è una bella primavera…

Siamo un mese in ritardo, dicono gli stregoni del tempo. E io, che faccio?

– aspetto!- Non c’è proprio nulla da fare. E sono preoccupato per l’albicocco e per il mandarlo che già avevevano buttato fuori l’inizio di una splendida fioritura.   Quando cominci a potare una pianta, soprattutto “difficile” come l’albicocco, è come se questa diventasse una piccola parte di te… diventi trepidante per la sua salute. Perchè, quando cominci a trapiantare alberi da frutta, per un due anni li lasci andare, quasi non li guardi nemmeno. Sei fatalista: se prende, bane!, altrimenti pace. Non sei ancora entrato in comunicazione…. quando lo vedi crescere e magari questo comincia la fioritura e ti regala i suoi primi frutti, fossero anche tre quattro, cominci a guardarlo con un qualche interesse…. Lo guardi e intanto pensia quella che dovrà essere la sua forma futura.. Quando poi arriva  effettivamente il momento della potatura, procedi con cautela, lavori di cesoia stando attento a non esagerare, ma anche a non risparmiare sui tagli…. e intanto pensi alle teorie di Fukuoka  e ti dici che “sarebbe bello” lasciare andare l’albero secondo la sua natura…. ma lui c’è stato una trentina d’anni a far sì che i suoi mandarini andassero secondo natura.. Tempo ed esperienza e soprattutto partire da zero, dal seme…. E io in questa materia non ho alcuna esperienza.  E così prendo alberelli che già conoscono la brutalità delle forbici e che sono  di fatto già squilibrati.

Però succede che quando fai la prima vera potatura ad un tuo albero, allora ne diventi veramente responsabile. SE va male è colpa tua, non ci sono altre scuse. Così capisci che quello non è solo un albero in sè, ma è anche il frutto della tua interazione con lui. Non sei più tanto indifferente, ma hai un po’ di trepidazione per la sua fioritura, per la sua produzione. Se prima gli passavi accanto buttando solo un occhio frettoloso, ora davanti al tuo alberello ci passi un po’ di tempo, guardi il tronco, guardi le gemme, segui il percorso dei rami, stai ben attento che non ci siano insetti nemici o rotture sulla corteccia e diventi perfino preoccupato per via del freddo… non è che adesso mi cadono i fiori?

Se poi ti imbatti in un albero difficile, che magari ha patito una qualche pesante mutilazione per un ramo spezzato dal vento, oppure che ti è sfuggito o che ha troppo fruttificato la passata stagione e che ora potrebbe anche essere troppo indebolito, allora ti preoccupi molto di più. perchè quello che metti in discussione è la tua capacità stessa di capire, di correggere, di essere un bravo coltivatore.

Sono passati più di vent’anni, ormai, da quella volta che due vecchi peschi mai incalmati  mi fecero una produzione straordinari di piccoli frutti dolcissimi… Erano là da anni e io, allora, non avevo ne tempo ne esperienza per seguirli, e quell’anno fecero una produzione talmente grande che da allora iniziò l’abitudine di fare marmellate…Fu l’ultimo anno che produssero… si esaurirono e morirono a distanza di un anno uno dall’altro. Mi dispiace ancora.

Con questo tempo ho paura che le giovani piante appena potate, possano rovinarsi. Sicuramente questo tempo impedisce ogni lavorazione della terra. Troppa acqua. Temo che quest’anno non avremo piselli..

brutto, ma la stagione è stata troppo umida e il tempo è andato troppo avanti…. come spesso accade, passeremo dal temperature invernali a quelle direttamente estive.. oggi siamo attorno ai 4 5 gradi… tra dieci giorni, forse, avremo già caldo. Così i piselli diventeranno duri come sassi.

 

 

 

marzo 12, 2013 / marco

tra diserbanti e ogm: siamo ben messi!!!!

In un precedente post parlavo delle disgrazie che ci vengono dall’uso dei diserbanti. In particolare il Roundup, diserbante prodotto dalla Monsanto, rappresenta l’80% dell’intero consumo mondiale di diserbanti e viene spacciato per innocuo, ma i suoi effetti sono assolutamente dannosi.

Come se non bastasse ora viene fuori la storia del rapporto tra roundup e soia ogm. Che storia!

La Monsanto produce del seme di soia ogm che dovrebbe tranquillamente essere insensibile al Roundup sempre da lei prodotto…Dunque passi il diserbante sul terreno, quindi semini soia ogm e l’unica pianta che deve sopravvivere è appunto la soia… tutto il resto distrutto. Che bello! Lavorare senza avere a che fare con erbacce, gramigne, portulache,  sorghette varie!

Il latifondista canadese o argentino che si fida della Monsanto come della sua mamma, segue i protocolli dettati dalla grande industria di manipolazione genetica dei semi e aspetta fiducioso che la sua soia maturi indisturbata. Ma ecco, all’ orizzonte apparire un pennacchio strano. Guarda e si meraviglia. Trattasi di amaranto, una pianta tenace e forte, per altro commestibile. MA il problema è che questa non dovrebbe essere nata in quel campo… poco alla volta il tenace amaranto invade il latifondo.. E caspita, che succede?

Per farla breve, nonostante i ripetuti trattamenti di Roundup, non c’è verso. l’amaranto prevale. Istintivamente viene da gridare: forza amaranto! Ma comunque qualcosa non quadra. Ora si affaccia l’ipotesi, incredibile per la Monsanto, che una parte del genoma della soia, geneticamente modificata, sia traslata nel patrimonio genetico dell’amaranto in una sorta di contaminazione incredibile e mostruosa. Se questo fosse avvenuto effettivamente sarebbe la prova inequivocabile che le modificazioni genetiche non sono controllabili e che possono passare da un organismo all’altro creando effetti del tutto abnormi ed indesiderati…

intanto potete sempre acquistare del ruondup dal vostro abituale consorzio. Non occorre patentino ne altro per poter distribuire questo toccasana. E se noi non possoamo coltivare la soia geneticamente modificata non c’è problema, la possiamo tranquillamente acquistare dall’Argentina, dal Canada e dagli USA. LE nostre bestie l’apprezzano e pare non si lamentino di possibili modificazioni genetiche… magari tra un po’ succederà qualcosa di simile alla mucca pazza…. ma ci vuole tempo e pazienza, ci arriveremo!

marzo 4, 2013 / marco

diamoci da fare!!!

Oggi penso che il tempo sia galantuomo.

E’ una bella giornata per finire la potatura degli alberi, raccogliere sterpi e rami da terra, pulire il posto dove andranno i piselli e cominciale a preparare il terreno, provare a fresare il terreno dove dovrò seminare l’insalata e gli spinaci.

Mi chiedo di quante ore sia fatta una giornata… non riuscirò a fare tutto, come al solito.

Per chi non ha molta esperienza di orto ( ed io sono quasi tra questi) è importante valutare, prima di muovere il terreno, valutare se questo è sufficientemente asciutto. Guai muovere la terra bagnata! Prendete la vostra inseparabile vanga e piantatela per terra, girate una zolla. Valutate la compattezza del terreno. Provate a spaccarlo con la mano, valutatene l’umidità, verificate che si spezzi agevolmente. Se la massa è troppo umida, compatta lasciate stare…. a meno che non vi siete imbattuti in un blocco di argilla…

Se possibile girate la terra… lavorando di vanga cercate di frantumarla il più possibile.  Quello che è fondamentale è che la parte viva e fertile del terreno si limita ai soli primi 15 centimetri…. Non occorre scavare come talpe, Restate in superficie.

Appena possibile seminate. Ricordarsi di seminare l’insalata e gli spinaci in calare di luna… grosso modo fina al 10 marzo, mentre per i piselli penso sia meglio aspettare il crescere di luna…

 

 

febbraio 24, 2013 / marco

voglia di primavera

Sono passato da Piero per caricare un po’ di legna da ardere.

Per terra fango ed acqua. Tra le piante razzolano  le galline in libertà. C’è un aria da primavera che metà basta! Arriva Piero e la prima cosa che mi dice è: “senti! da lunedì si incomincia!” e la sua è la voce gioiosa di un ragazzino che annuncia che dalla prossima settimana cominciano le vacanze. In realtà Piero, che  ha passato la sessantina  da alcuni  anni, mi sta annunciando la sua gioia per la fine della pausa invernale. E via, si riprendono i lavori nei campi!

Piero, che ha un bel frutteto, mi spiega che fare come prima cosa in questo periodo. Dalla prossima settimana, mi dice, bisogna dare l’olio agli alberi. Che cavolo stai dicendo, Willis? E mi dice che in questo periodo si prende dell’olio minerale lo si miscela con acqua e lo si spruzza su tronco e rami, Così facendo le larve e le uova dei vari parassiti che sono sopravvissuti all’inverno e che non aspettano che un po’ di caldo per venire a mangiarsi gemme e prime foglioline, restano “ingabbiati” dentro una sorta di prigione oleosa che ne impedisce la schiusa o lo sviluppo… Ecco! Chiedo: secondo te, invece che olio minerale, posso usare olio di neem? yes, prova… ma ci sta… solo che il neem costa… Ebbene l’ olio di neem, secondo me, è una cosa ottima e io procedo. Acqua tiepida, olio di neem e 3, 4%  emulsiona forte e con lo spruzzino lo do, al tramonto, sulle cortecce dei miei pochi alberi da frutta… che saranno in tutto una quarantina o poco più… poi vi farò sapere.

Trovo anche Matteo. E anche lui mi parla della sua voglia di cominciare… non vedo l’ora di piantare, ma quest’anno ho deciso di comprarmi una piantatrice… Lo scorso anno ho piantato 13.000 piante. Ammiro la sua precisione… faccio dei conti, mentalmente. Ostrega! non arrivo a capo di nulla ma mi rendo conto che detta così, tutta in una volta, devo aver piegato la schiena un numero di volte impressionante… (e c’è chi, a casa, mi dice che dovrei fare ginnastica!!!!…)

Anch’ io non vedo l’ora di incominciare e di risentire il tepore del sole e l’odore della terra ed assistere, ancora una volta, al miracolo della primavera.

Comincerò con la potatura delle piante da frutto… poi, olio! appena cominciano a spuntare le foglie, invece che verde rame come si usa solitamente, passerò con una prima spruzzata di microrganismi.. Ance sulla terra, non appena possibile, procederò con E.M. (microrganosmi effettivi)

febbraio 11, 2013 / marco

nuovi ortolani

Capita sempre più spesso che qualche cliente mi comunichi la propria “voglia” di coltivare un pezzo di giardino o di trovare un po’ di terra dove cimentarsi nella nobile arte della produzione di pomodori, melanzane, insalate e compagnia cantante.

Penso che chi ne ha la possibilità debba farsi un orto  perchè inevitabilmente avvicina  alla terra, ad una nuova consapevolezza rispetto al clima, all’ambiente, ai “tempi ” della natura. A dirla con una certa retorica, coltivare è una nobile arte che diventa anche un momento per imparare qualcosa di vero e profondo, quasi una sorta di lezione di filosofia su chi siamo e come siamo e come è tutto quello che ci circonda. Ovviamente tutto questo funziona se ci si accosta alla terra con la dovuta umiltà e invece che insegna alla terra come e cosa fare, ci si limita ad imparare noi a comportarsi. Con rispetto e umiltà.

E soprattutto bisogna essere disponibili a capire quando è il momento di fare le cose: non è perchè ho fretta io che innaffio quando non serve e lascio tutto a secco quando serve. Oppure che pianto quando è troppo presto perchè non vedo l’ora di raccogliere i miei frutti, oppure semino troppo tardi perchè prima non avevo tempo… Se vuoi coltivare devi anche imparare a rispettare le piante e non prendere facili e furbe scorciatoie del tipo utilizzare diserbanti, buttare concimi chimici o antiparassitari…. devi lavorare con la zappa e la vanga, controllare la crescita delle erbe infestanti e dedicare tempo a coltivare e ad acculturarti. PErchè quello che si impara un poco alla volta è che dietro il piccolo sapere di un ortolano ci sta una grande cultura che l’uomo moderno ha perso e troppo spesso non sa cosa abbia perso….

Se potete, fatevi un orto!!!!!!!!!!!!!!!

 

gennaio 28, 2013 / marco

prima della semina, diserba!!!!

L’occhio è oramai abituato. Vede e giudica.

Forse si può sbagliare, ma quando in ottobre scorge in un campo un trattore che va avanti e indietro pensa che qualcuno stia usando un diserbante.

Diserbare è una pratica normale in agricoltura. Si passa da un diserbo totale a quello mirato a seconda dell’epoca, della coltivazione e della stagione.

Se chiedi in Consorzio ti dicono che i diserbanti sono assolutamente innocui. Se ne chiedi uno leggero ti danno facilmente il Roundup.

la scheda “tecnica” del Roundup Bioflow  dice: “è il diserbante consigliato dalla FAO e dalla OMS per la sua massima sicurezza: per l’ ambiente in quanto non lascia residui nel terreno e ha una rapidissima biodegradazione in elementi naturali quali azoto, fosforo, anidride carbonica ed acqua; per la falda idrica in quanto non comporta rischi di contaminazione; per l’ uomo e gli animali in quanto risulta pressoché innocuo: ha una tossicità orale inferiore a quella del sale da cucina!”

insomma è perfetto.

il Roundup (prodotto da quel grande ente filantropico che risponde al nome di Monsanto) è a base di glifosato. Contrariamente a quanto affermato nella scheda tecnica il governo Tedesco riconosce che esiste una sempre maggiore presenza di questo elemento negli alimenti comunemente usati quali pane, pasta, farina, fiocchi di cereali. Anche in Inghilterra la associazione dei produttori biologici ha denunciato una presenza sempre maggiore di glifosato: un pane su quattro presenta residui di questo elemento.

Se in un campo pieno di erbacce di tutti i tipi forme e consistenza irrori del glifosato dopo dieci giorni trovi il deserto. Come faccia questo bendidio ad arrivare dentro al pane è un mistero. Ma non c’è problema!cosa volete che faccia questo toccasana reclamizzato dalla FAO e dall’ Oraganizzazione Mondiale della Santità? non fa proprio niente. forse qualche leggero disturbo intestinale, forse qualche disturbo all’apparato riproduttivo maschile (si dice concorra ad un incremento della sterilità in crescita assolutamente preoccupante) si dice anche che abbia attinenza all’incremento dei linfomi di Hodgkin.

Ah, nel mondo si gettano ogni anno qualcosa come 750 milioni di chili di glifosato perchè è un diserbante assolutamente sicuro….. Come il nucleare…. come un buon bicchiere di soluzione di sale dato ad un iperteso…

gennaio 19, 2013 / marco

un raggio di sole

ieri era una giornata non brutta, ma nemmeno bella.

La campagna era carica d’acqua caduta nelle giornate precedenti e il cielo era grigiastro.. Verso le quattro stavo raccogliendo qualche porro. Brutti, piccoli, intorti… i migliori li avevamo già raccolti… questi restano là a sperare che, magari tra un mese o più, riprendano un aspetto vegetale almeno passabile… e intanto mi guardavo attorno…. la scarola mezza reclinata, il radicchio di chioggia che visivamente non è altro che una palla nera di foglie marcite che ricoprono un cuore rosso, il Verona che stenta a prendere forma, la bieta che sembra ansimare distrutta da una corsa mozzafiato, ma dove corri!?

Mentre assito a questo spettacolo decadente il cielo si apre ed un raggio di sole arriva con un venticello appena più tiepido che odora di primavera. Caspita! basta questo per farti pregustare la fine dell’inverno e metterti addosso un brivido di gioia!

gennaio 14, 2013 / marco

diffidate, gente, diffidate!

Ieri eravamo con la nostra merce al mercatino del radicchio a Mirano.

Come spesso succede mi capita di trovare vecchi amici di  una o due vite fa. E si scherza, e si ricordano i tempi passati, e via, grandi pacche sulle spalle e una breve moviola di come eravamo…. e adesso? come te la passi? subito faccia da crisi… diciamo bene, per non dire male… a proposito: lo sai che Tizio è veramente messo male…e Caio ha perso il posto….mah! io la vedo brutta…. e giù grandi risate (sic!) che tra me e me penso che sarebbe stato meglio non incontrati…e lui pensa propria la stessa identica cosa.

Ah, bene, almeno tu con la campagna te la cavi! sì, certo, dico io, con la campagna se non altro me la cavo…. (tra me e me penso: mi cavo cosa? ). Mi verrebbe voglia di partire con un pistolotto di quelli che non mi fermi più… ma lo sai che l’acqua? e il diserbanti? e il clima? e i semi? e il mercato? e le multinazionali? Ma ti rendi conto che non ci rendiamo conto? (questo è un mio classico pensiero… sta a significare che la cosa più disastrosa della questione relativa alle nostre vite, ma soprattutto a quelle dei nostri figli e nipoti è legata alla nostra incredibile inconsapevolezza…. e qua mi partono una serie di retropensieri difficili da cogliere in tutto il loro profondo articolato.  Del tipo: ma sono diventato un vecchio rinconglionito io oppure sono gli altri che non vedono? oppure: non è che sia un “catastrofista” con gli occhi foderati di pessimismo e di antimodernismo? ma anche: ma forse hanno ragione loro, con le loro Agende Monti, le agende Bersani, le agende Berlusconi. Le Agende che le banche non ci danno più ora che le danno i politici…. dove comunque non esiste la campagna, non esiste l’agricoltura, non esiste il clima, non esiste… Basta! senza accorgermi mi è partito il pistolotto…. quasi quasi chiudo la parentesi, Ok, chiusa!)

Insomma la realtà è piuttosto complessa. Ma quali sono allora le prospettive future? Ecco io penso al futuro e penso che seminerò tra una sessantina di giorni i piselli proprio dove ora non c’è niente…. e dove c’è un disastro di piante recise di cavoli/broccoli/verze ci pianterò verdi insalate e dove ci stanno oggi i radicchi tardivi forse andrò di fagiolini…. ecco, il futuro mi pare subito migliore!

 

gennaio 7, 2013 / marco

2013 – auguri!

Come sarà il 2013? allora, facciamo il punto. Scrutando il cielo, osservando le costellazioni, consultando maghi ed indovini, leggendo fondi di caffè lasciati sulle tazzine e dopo gli opportuni sacrifici, posso senz’altro dire che il 2013 sarà un anno decisivo.

Si potrebbe definire un anno di svolta o di transizione che ci prepara a quelli che saranno dei cambiamenti  importanti.

quali saranno questi cambiamenti? Calma, mica devo indovinare tutto io: metteteci anche un po’ del vostro, sbilanciatevi, non abbiate paura di sbagliarvi.

Ecco fatto. Buon 2013!

In campo, invece, di cose ne abbiamo da fare molte anche adesso. Sembra impossibile ma già si percepisce una differenza rispetto a pochi giorni fa. Ancora non si percepisce l’allungamento delle giornate e già è tempo di progetti e di definizione delle aree di produzione: dove mettiamo i piselli, e dove le cipolle? dove andremo a seminare la prima insalata?  Fino a ieri raccoglievano e basta, oggi pensiamo a cosa fare non appena possibile… pensiamo a pulire la zona delle fragole dalle erbacce, e nelle ore più calde, quando la terra fangosa è meno fredda, possiamo spostarle e sistemare gli allineamenti.

E poi tanti propositi: quest’anno voglio fare una copertura per pomodori e peperoni per proteggerli dal sole… e sarebbe proprio il caso di mettere ancora più pomodori da sugo. E vorrei mettere un bel po’ di erbe aromatiche da poterle anche mettere nella cassetta: timo, maggiorana, mentuccia, prezzemolo…

propositi e buone intenzioni… poi chissà! perchè è facile fare previsioni, ma a volte sbagliamo anche noi!!!!